Raccoglitore di viole

Il raccoglitore di viole (maquino de vioulëtte in Occitano) era un attrezzo utilizzato per la raccolta delle viole e delle erbe officinali in genere. L'oggetto esposto risale al 1950-1960.

Raccoglitore di viole

Lo strumento veniva fabbricato utilizzando sottili assicelle in legno che venivano inchiodate tra loro per formare un cassetto privo di un lato e di coperchio. La base era costituita da due assicelle e fra l'una e l'altra venivano inserite le punte del "pettine" costituite dalle canne recuperate da un vecchio ombrello. Le punte, che sporgevano di circa 10-11 cm, venivano quindi fissate al legno con chiodi e fermate dal secondo asse in sorta di "sandwich". L'impugnatura era fissata su un solo lato alla parete posteriore del cassetto e su di essa due bulloni con dado a farfalla servivano a reggere un telaietto metallico utile per tenere aperto il sacchetto nel quale cadevano i fiori.

L'attrezzo può avere misure diverse. Quello custodito ha il Museo ha la base in legno e misura 10 cm di lunghezza e 19 cm di larghezza. Le punte sporgono di 10,5 cm ed il manico è lungo 9,5 cm.

Il raccoglitore si impugnava per il manico con la mano e quindi, chini sul prato, si passavano le punte del "pettine" tra i gli steli e si raccoglievano in questo modo i fiori delle viole: il fiore strappato, ma non sradicato, veniva così depositato nel contenitore del raccoglitore. Ad Ostana, si utilizzava principalmente nella raccolta delle erbe officinali nel periodo tardo primaverile.

L'oggetto è una donazione di Giovanni Bessone.