Le scarpe da donna chiuse con tacco di 4 cm, fermate alla caviglia da un cinturino abbottonato verso l'esterno del piede, sono di produzione industriale, tagliate e cucite a macchina. Successivamente, in ambito famigliare, alla suola sono stati aggiunti un rinforzo in cuoio (fissato con dei chiodini) e molte bullette in ferro.

Nella prima metà del '900 le scarpe da donna erano alte fin sopra la caviglia, simili a stivaletti. Sul davanti avevano una serie di ganci per far passare le stringhe trabuìëre. Le scarpe, prima quelle alte e poi, dagli anni '50 quelle scollate, erano utilizzate soltanto in occasioni festive, per andare a Messa o a ballare. Quasi sempre sulla suola venivano inchiodate le bullette brouquëtte, per evitare di scivolare, dal momento che si doveva camminare sul selciato delle antiche strade, in inverno spesso ricoperto da neve e ghiaccio.

Scarpe da donna, boulette

A casa si indossavano invece zoccoli çoque o çoquëtte ciabatte dalla suola in legno.

Le scarpe sono una donazione di Margherita Agliati.