Ad Ostana, come in tutti i piccoli centri di montagna, la scuola era parte della vita del paese. Il legame tra l'istituzione scolastica e la comunità locale era così stretto da condizionare in parte i ritmi e le scelte di ognuna di esse: dai racconti di quel tempo traspare l'avvicinarsi della scuola alle esigenze delle famiglie e alla vita pratica quotidiana. Per agevolare la frequenza scolastica - come ricordato dai testimoni e confermato dalle relazioni delle maestre contenute nei registri di classe dell'epoca -, il calendario e l'orario scolastici non seguivano schemi rigidi, ma erano piuttosto dettati dalle condizioni atmosferiche, climatiche e dai conseguenti lavori agricoli: quando i lavori dei campi si facevano più pressanti e l'aiuto dei bambini si rendeva indispensabile, l'orario delle lezioni veniva modificato.
Considerata la dislocazione del paese, andare a scuola era occasione di socializzazione, aggregazione, aiuto reciproco per superare i problemi quotidiani: a questo fine, le materie insegnate proponevano temi e argomenti concreti, legati alla vita di tutti i giorni.
L'Amministrazione Comunale, per soddisfare le esigenze di maestri ed allievi e per dare un servizio qualificato, prestava particolare attenzione alla scuola e ai problemi ad essa connessi. Dai documenti d'archivio si può notare come l'argomento “scuola” fosse uno dei punti più ricorrenti nell'ordine del giorno delle sedute del Consiglio.
Quando la scuola era Comunale, il Consiglio provvedeva ogni anno, a mezzo di schede segrete, a nominare la Commissione di vigilanza delle scuole: venivano eletti due padri per la scuola maschile e due madri per quella femminile. La scuola maschile era tenuta da un maestro mentre quella femminile da una maestra, erano scuole uniche e provvedevano all'istruzione elementare.
Agli inizi del ‘900, nelle scuole facoltative delle frazioni più distanti dal centro del paese, talvolta, l’insegnante non era un maestro diplomato ma, semplicemente, qualcuno con spiccate capacità intellettive e un buon bagaglio di nozioni. Le maestre condividevano la vita degli abitanti di Ostana e per questo era loro più facile riportare in classe le diverse esperienze per trarne profitto: “le funzioni religiose, le merci dell'unico negozio, l'uso di fare il presepio, le conversazioni delle famiglie, tutto ha aiutato lo svolgimento del programma.” (anno 1952/53 pluriclasse di Ciampagna).
La vivacità delle lezioni di scienze traspare da note come: “[...] sovente i miei bimbi portavano in classe degli insetti trovati fra i campi ed insieme abbiamo fatto pratici esperimenti”, oppure:
“[...] come al solito la storia interessa molto i miei allievi, la 1a Guerra Mondiale ha entusiasmato molto quel bimbo che nello studio ebbe l'aiuto del babbo che vi ha combattuto” (anno 1951/52 pluriclasse di Ciampagna).
Le maestre annotano la facilità nell’apprendere e ricordare le nozioni di aritmetica, mentre osso duro da digerire è la lingua italiana che deve continuamente essere corretta. Una maestra annota l'abitudine dei ragazzi di parlare in un “barbaro dialetto”.