Il giorno del matrimonio lo sposo andava a prendere la sposa. Alcuni offrivano già qualcosa da bere prima di partire, altri riunivano sempli­cemente i propri parenti e amici per poi dirigersi tutti insieme verso la casa della sposa. Insieme ai parenti dello sposo partivano anche i suonatori, perché generalmente era lui a soste­nerne le spese. Lo strumento tradizionale era I'armoni, mentre, in tempi più recenti, veniva­no utilizzati fisarmonica e clarino. Nella prima metà del secolo i suonatori erano tutti di Ostana, poi, man mano, furono sostituiti da quelli dei paesi della bassa valle.

Era anche usanza per far penare un po' lo sposo era quella di rimandare l'incontro con la futura moglie. Sulla strada verso la casa di lei venivano posti travi e fascine per ostacolarne il percorso, e a volte lo scherzo diventava più pesante: si poteva imbattere, per esempio, in una siviera (utilizzata per trasportare il letame) ancora ben sporca, oppure in una culla, per sot­tolineare l'età avanzata degli sposi.  Potevano esserci una o più barriere, a seconda del tragitto che si doveva percorrere. La sposa aspettava in una camera, al piano superiore, insieme alle altre donne della famiglia. Quando arrivava lo sposo, gli veniva­no mostrate donne diverse, anziane o bambine, finché non usciva la sposa.

Una volta ripreso il percorso verso la chiesa QR code, quando lo sposo - che chiudeva il corteo -, vedeva che la sposa si era fermata e non poteva proseguire, doveva correre avanti e liberare la strada insie­me ai propri amici e parenti. Mentre lo sposo era impegnato a liberare la strada, la sposa veniva portata via dalle amiche e dalle donne della frazione. che la nascondevano in qualche stalla o dove riuscivano. Egli doveva rincorrerla e "scovarla", riportan­dola indietro.