Pinot Martin (Giuseppe Bessone) abitante de I Martin iniziò la costruzione dei tre fabbricati adiacenti la cappella di San Bernardo coadiuvato dai figli. Muratore provetto ed altrettanto abile artigiano del le­gno", Pinot aveva trasmesso le sue capacità ai figli Chéc (Francesco, 1901-1982), Jan (Gio­vanni, 1905-1973) falegname, emigrato poi in Francia e Pin (Giuseppe, 1909-1981), la men­te più eclettica dei tre. Per quest'ultimo la po­polazione di Ostana aveva vezzosamente co­niato il soprannome di Pin Pëndulo.

La curio­sa denominazione era dovuta non solo al gran­de orologio a pendolo collocato lungo il pila­stro di sostegno della sua abitazione, ma dalla sua capacità di riparare sveglie e orologi. Pin, autodidatta, esprimeva la sua abilità anche nel­la lavorazione del legno: rouét (filatoi) e bu­rière (zangole), armadi e sòtoule (trottole), og­getti tuttora conservati con cura in molte case ostanesi. Era poi ancora fabbro, stagnino, zoc­colaio nonché contadino-allevatore. Fu lui l'ul­timo abitante stabile di San Bërnart, sul finire degli anni '70. Il ca­seggiato in questione è dotato di ampi portica­ti sia a piano terra che al sovrastante, sostenu­ti da pilastri di forma squadrata. Due vani del piano terra presentano la volta a botte in pietra mentre quella del terzo è a pavalhoun (volta a padiglione-vela) anch'essa in pietra locale e ri­scontrabile ad Ostana in pochi altri casi.
Al­l'interno del locale vi è una stufa a due piaçe (fuochi) ricavata interamente da lastre di pietra.
Le abitazioni erano già dotate di acquedotto-lavatoio, risalente agli anni della loro edifica­zione (rispettivamente nel 1920, 1923 e 1928).