Ad Ostana, come in tutti i piccoli centri di montagna, la scuola era parte della vita del paese. Il legame tra l'istituzione scolastica e la comunità locale era così stretto da condizionare in parte i ritmi e le scelte di ognuna di esse. Infatti, l'impressione che meglio traspare dai rac­conti di quel tempo è proprio l'avvicinarsi della scuola alle esigenze delle famiglie e alla vi­ta pratica quotidiana.

Per agevolare la frequenza scolastica - come ricordato dai testimoni e confermato dalle relazioni delle maestre contenute nei registri di classe del­l'epoca -, il calendario e l'orario scolastici non seguivano schemi rigidi, ma erano piuttosto dettati dalle condizioni atmosferiche, climatiche e dai conseguenti lavori agricoli: quan­do i lavori dei campi si facevano più pressanti e l'aiuto dei bambini si rendeva indispensa­bile, l'orario delle lezioni veniva modificato.

Anche le materie di insegnamento, per suscitare maggior interesse, proponevano temi e ar­gomenti concreti, legati alla vita di tutti i giorni. Agli inizi del 1900, talvolta, colui che insegnava non era necessariamente un maestro diplomato ma, semplicemente, qualcuno con spiccate capacità intellettive e un buon bagaglio di nozioni.

Nel periodo fascista, il governo centrale esercita una certa influenza anche in un piccolo comune così periferico, condizionandone le scelte. La nomina di un maestro alla scuola di Champanho cade su una persona regolarmente iscritta al partito; l'erogazione del contributo a favore della bi­blioteca Popolare Scolastica dell'Alta Valle Po, mira alla propaganda della lettura di libri istruttivi tra il popolo in modo da rafforzare sempre più i sentimenti umani di "Dio, Patria e Famiglia". Gli scritti degli alunni raccontano di quel periodo.

I problemi di aritmetica sono sempre riferiti a situazioni pratiche della vi­ta del tempo, utilizzano la moneta e le unità di misura in corso. A lezione si impara anche a scrivere le lettere per le diverse evenienze, quali l'annuncio di un decesso, di una ma­lattia, la richiesta di avere in presti­to un quaderno, la richiesta di esse­re ripresi alla scuola, per fare gli auguri di Natale o in occasione di altre feste, inviare auguri per la guarigione di un pa­rente, la richiesta di invio di denaro, di consiglio ad un amico, per narrare un fat­to accaduto, di saluto al maestro perché si de­ve partire per la montagna.  

Nel 1915 gli abitanti di Champanho presentarono al Comu­ne una petizione per rendere obbligatoria la scuola nella loro frazione, sentendo la ne­cessità di garantire ai propri figli lo stesso ti­po di istruzione impartito nel capoluogo. La pe­tizione venne inoltrata alle autorità com­petenti adducendo le seguenti motivazioni: "[ ... ] la frazione Champagna distante dal Ca­poluogo non meno di 3 Km e mezzo con una viabilità disagevole sempre e pericolosa anche e specie nei mesi d'inverno per valanghe e fra­ne... la popolazione giustamente reclama che i figlioli abbiano una scuola regolare che com­pia la coltura del grado inferiore per l'intero periodo dell'anno scolastico, tanto più che gli abitanti assai operosi, dediti al commercio ed intelligenti emigrano all'estero e quindi sentono la necessità di saper leggere e scrivere correttamente."