Il termine Champét letteralmente significa “piccoli campi” (da chomp = campo), ma il termine potrebbe venice dall’omonima varietà di mele, conosciuta in tutta l’alta e media valle, che qui si coltivavano. Essendo una frazione meridionale di Oustano, in posizione assolata e al riparo dai venti, dove attecchivano facilmente peri, noci, meli e susini.
CREDITS: Caterina Morello
Borgata I Champét, Ostana, 2017
Il termine champét letteralmente significa “piccoli campi” (da chomp = campo), ma il termine potrebbe venice dall’omonima varietà di mele, conosciuta in tutta l’alta e media valle, che qui si coltivavano. Essendo una frazione meridionale di Oustano, in posizione assolata e al riparo dai venti, dove attecchivano facilmente peri, noci, meli e susini.
I Champét è la borgata più a valle di Ostana. La pendenza del terreno è ridotta da muretti di terrazzamento in pietra a secco che vanno sgretolandosi per la presenza di radici. Fino agli anni ‘50, gli appezzamenti, sfruttati dagli abitanti de la Villo e I Champét erano adibiti esclusivamente a prato e, nelle rare zone impervie, a bosco. Nei decenni seguenti è venuta progressivamente regredendo l’attività agricola e da una ventina d’anni la zona è completamente abbandonata all’incolto. Il fenomeno ha favorito l’infittirsi della vegetazione con ontani, lamponi, frassini che - impianti ad inizio secolo - si sono riprodotti generando nuovi esemplari, ciliegi selvatici, tigli, roveri e noccioli.
Nel periodo del maggior incremento demografico, la quasi totalità dell’area era adibita a campi con coltivazioni di frumento, segale o patate e fino agli anni ‘30 sui terreni più fertili si seminava la canapa.
A I Champét si erge un’imponente e lineare parete rocciosa. L’ammasso ha la forma del mobile da cucina, da cui è derivata la denominazione La Mait (la madia). Alla base, un su piccolo terrazzo, sono ancora visibili le grosse lastre di pietra infisse in modo da formare il lavatoio utilizzato in inverno dalle donne de I Champét. Da un decennio si cimentano su queste pareti gli appassionati di arrampicata su roccia. Da allora la Mait ha adottato il nome di “la gran falesia di Rocciarè”.
Interessante nella borgata la Fountano Chàoudo (sorgente calda), vasta zona pianeggiante delimitata a valle da un’ansa del fiume Po. La denominazione deriva dalla caratteristica dell’acqua, particolarmente tiepida in inverno. Fino agli anni ‘30, questa veniva raccolta in alcune fosse, in cui venivano posti per il nais (macero) i fasci di canapa coltivata nei campi della zona.
La borgata presenta numerosi nuclei abitativi disposti in maniera meno compatta rispetto ad altre frazioni di Ostana, facendo sì che ogni gruppo di edifici presenti un nome, un’identificazione particolare, legata ora a cognome delle famiglie, ora all’attività predominante, ora alla specifica locazione.
L’Oùërme
L’Oùërme eve il proprio nome alle numerose piante di olmo presenti e soprattutto ad un esemplare di proporzioni notevoli che si trovava un tempo nei pressi della casa della famiglia Lorenzati, detta Mounsënhour.
È il "centro" dei Ciampetti, ruolo confermato dalla presenza della cappella, l'edificio più rappresentativo.
In questa zona molte abitazioni sono state edificate a stretto contatto con spuntoni rocciosi ed emergenze paesaggistiche selvagge, in una sottile e fruttuosa compenetrazione tra manufatti e contesto naturalistico, regalandoci splendidi esempi di una stretta e tenace convivenza. Si può notare l'intraprendenza degli abitanti di questa zona ammirando i poderosi muri con archi che scaricano il peso delle costruzioni lateralmente.
Vicino alla cappella è presente un altro forno QR code che un tempo aveva un portico, abbattuto per poter costruire l'attuale carrozzabile. Questo forno era privato e veniva concesso in uso in cambio di una forma di pane, segno che l'economia era spesso regolata dallo scambio di beni di prima necessità. Vi era anche una fontana con relativo lavatoio coperto. La fontana era situata nella piazza dë la Madono ed era il ritrovo abituale dei giovani e dei bambini che trovavano uno spazio libero per giocare (senza correre il rischio di calpestare l'erba nei prati) ed un muretto per sedersi. Il lavatoio era sotto il muro di contenimento della piazza ed era alimentato dall'acqua della fontana.
Lou Bric
Il nome Lou Bric indica una prominenza del territorio. L’agglomerato gode di una buona esposizione a sud-ovest, che lo rende particolarmente caldo ed adatto alle coltivazioni dei cereali; qui maturava il grano di Ostana.
Nella zona più esposta vi è una vecchia fontana realizzata con lastre di pietra lunghe e sotti i provenienti da I Barquiaou: questa fontana era alimentata dall'acqua proveniente dalle Ribbe" e dal Coumbal di Riou (come anche la fontana de I' Oùèrme e di Acò di Riou), e a sua volta alimentava il sottostante lavatoio coperto.
Acò dar Lonc
E’ la zona posta più in basso con costruzioni a due piani con ampi porticati che servivano per tenere al riparo dalle intemperie i prodotti dei campi. In questa zone vi sono due fontane:
la Fountano di Lonc coperta di vegetazione ma da cui sgorga acqua calda proveniente da sorgenti sotterranee, con ampio bacino di raccolta delle acque che ben si prestava al lavaggio dei panni e la Fountano del Méç che esce direttamente dal muro, corredata di abbeveratorio per gli animali. Queste fontane servivano anche gli abitanti dei Frézio sprovvisti di sorgenti.
Acò de Frézio
Il nome Acò di Frézio indica l'insediamento delle numerose famiglie Flesia discendenti da un certo Fresia giunto ad Ostana nel 1700.
Qui si incontra una costruzione adibita a forno, dalle grandi dimensioni e con un solido arco a cingerne l'apertura. L'inutilizzo ed il conseguente abbandono hanno decretato il suo degrado, visibile nella vegetazione che l'attacca e culminato nel crollo del tetto a due falde.