Dàvi è un luogo di dimenticata bellezza. Posto sul crocevia tra l’abitato di Ostana Capoluogo e quello della frazione Ciampagna, è un piccolo gruppo di case a circa 1350 m, affacciato sul Monviso e sul Santuario di San Chiaffredo.
CREDITS: Caterina Morello
Borgata Dàvi, Ostana, 2017
Dàvi è un luogo di dimenticata bellezza. Posto sul crocevia tra l’abitato di Ostana Capoluogo e quello della frazione Ciampagna, è un piccolo gruppo di case a circa 1350 m, affacciato sul Monviso e sul Santuario di San Chiaffredo. Oggi la borgata è immersa in un fitto bosco, ma fino agli anni ‘60 era abitata stabilmente da due famiglie che, vivendo di pascolo e agricoltura, garantivano la pulizia del luogo e dei boschi circostanti, pascolando e facendo legna sulle terre in uso civico alla popolazione.
Dàvi si compone di tre case, oggi ridotte a rudere ma potenzialmente recuperabili grazie al comodo accesso dall’attuale strada asfaltata, quasi invisibile a causa del bosco ma distante solo qualche decina di metri più a valle. L’edificio più grande, con muri portanti e pilastri ancora in buono stato, domina dall’alto il piccolissimo borgo; due edifici minori, ma non meno significativi, fanno emergono dal bosco appena poco più in basso. L’antico sentiero, transita in mezzo ai due gruppi edificati.
Il progressivo spopolamento della montagna, ha favorito lo svilupparsi di un fitto bosco d’invasione composto in prevalenza da aceri, noccioli, tigli cordati e frassini: è un polmone verde “instabile”, che paga a caro prezzo la propria dinamica evolutiva: la rapida colonizzazione di prati-pascoli e terreni coltivi, infatti, genera boschi molto fitti ma densi di esemplari deperienti. Questo popolamento “di transizione”, se non contenuto, tenderà a evolvere in formazioni più stabili come faggete, peccete, abetine, risucchiando del tutto la piccola borgata.
Anche il sentiero di accesso e gli antichi muri a secco sono stati inglobati dal bosco di invasione.
La collocazione di Dàvi ha conferito storicamente grande importanza al sito, luogo di passaggio e d’incontro strategico tra le genti del luogo ed i pellegrini. Quello che oggi è il sentiero di accesso alla borgata, un tempo era la via principale di collegamento tra la Villo (capoluogo) e la borgata di Champanho, da cui si proseguiva per Crissolo ed il Monviso.
E’ attestato fin da tempi antichissimi il passaggio da Ostana per raggiungere Crissolo, il colle delle Traversette e le pendici del Monviso; così anche nella celebre “Relatione de Monviso e del fiume Po” dell’abate Valeriano Castiglione Milanese, risalente al 1627.
Durante il periodo invernale, Dàvi diventava il punto in cui gli uomini di Ostana e quelli di Champanho si incontravano, dopo aver sgomberato la strada dalla neve nei rispettivi tratti di competenza. Nel periodo estivo, invece, gli Ostanesi si ritrovavano a Dàvi per recarsi a lou naìs, la piccola sorgente ove si effettuava la macerazione della canapa.